TFR: Meglio in Azienda o nel Fondo Pensione?

Che Cos’è il TFR
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una somma che il datore di lavoro mette da parte ogni mese. Questa somma viene data ai lavoratori dipendenti alla cessazione del rapporto lavorativo.
Quando il lavoratore viene assunto ha la possibilità di scegliere dove destinare il suo TFR: in un fondo pensione o in azienda. Questa scelta viene indicata in un modulo chiamato TFR2, che viene consegnato al dipendente, solitamente insieme al contratto all’inizio del rapporto di lavoro.
Modulo TFR 2: come compilarlo?
Ecco i passaggi chiave che seguono la consegna del modulo:
- Il datore di lavoro consegna il modulo al dipendente entro 30 giorni dall’assunzione.
- Il lavoratore deve decidere se lasciare il TFR in azienda o destinarlo a un fondo pensione.
- Il modulo va restituito firmato e compilato entro sei mesi dall’assunzione.
Il modulo è fatto in questo modo:
Modulo TFR 2
Se il lavoratore sceglie di mettere il TFR in un fondo pensione, deve indicare il nome del fondo. Deve anche scrivere la data in cui ha aderito e consegnare il modulo di adesione.
Vi sono due tipologie principali di fondi pensione:
- Fondo pensione aperto: accessibile a tutti, gestito da banche e altri istituti finanziari
- Fondo pensione negoziale: riservato a determinate categorie di lavoratori
Per approfondire, leggi il nostro articolo in cui parliamo della differenza tra fondo aperto e negoziale.
La scelta alternativa è di lasciarlo in azienda. Questo sarà regolato dall’articolo 2120 del Codice civile che afferma che, in caso di cessazione del lavoro, il lavoratore ha diritto a un trattamento di fine rapporto. Il trattamento si calcola sommando, per ogni anno di servizio, una quota. Questa quota non può superare l'importo della retribuzione per quell'anno diviso per 13,5.
Vediamo ora cosa comporta destinare il TFR in un fondo pensione oppure in azienda.
TFR in un fondo pensione
Quando il TFR va in un fondo pensione, finisce in un contenitore di investimento separato dall’azienda, in cui le somme vengono investite sui mercati finanziari.
A seconda del proprio profilo di rischio e orizzonte temporale si possono scegliere diverse linee di investimento, dalla più prudente alla più dinamica. Quando mancano molti anni al momento del pensionamento, è utile scegliere investimenti considerati più rischiosi (azionari).
Questi investimenti hanno maggiori oscillazioni di valore, tuttavia, nel lungo periodo, possono dare rendimenti migliori. Viceversa invece se si è vicini alla pensione.
Trasferire il TFR in un fondo pensione permette quindi di cogliere le opportunità di crescita sui mercati finanziari.
Inoltre, la normativa italiana stabilisce anche una serie di vantaggi fiscali e vantaggi sulle somme destinate alla previdenza complementare (ossia nei fondi pensione), tra cui:
- Trattamento fiscale ridotto sui rendimenti: 20% o 12,5% invece del classico 26%
- Riduzione dell'aliquota del 15% dello 0,30% per ogni anno dopo il 15°. Questo "sconto" può arrivare fino al 6%, quindi l'aliquota sarà del 9%. In altre parole, quando andremo in pensione, pagheremo meno tasse. Questo è rispetto alle normali aliquote IRPEF sul TFR, che partono dal 23%.
- Esenzione da imposta di bollo
- Esenzione da imposta di successione
TFR in Azienda: Pro e Contro
Il TFR maturato e lasciato in azienda viene calcolato utilizzando una formula specifica, che tiene conto della retribuzione annua del lavoratore e di una rivalutazione annuale.
Ogni anno, la quota di TFR da accantonare si ottiene dividendo la retribuzione annua complessiva del dipendente per 13,5. L'importo così calcolato viene rivalutato ogni anno.
La rivalutazione è dell'1,5% fisso, a cui si aggiunge anche il 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo (IPC), un indicatore dell'inflazione. Questo indice è rilevato dall'ISTAT rispetto a dicembre dell'anno precedente.
E la tassazione del TFR in azienda?
Mantenere il TFR in azienda comporta la tassazione in fase di erogazione, e l'aliquota media si calcola sugli ultimi cinque anni. Tuttavia, non sarà mai inferiore al 23% (IRPEF).
In caso di TFR lasciato in azienda, questo viene gestito diversamente a seconda delle dimensioni dell’azienda:
- Aziende con meno di 50 dipendenti il TFR è gestito dal datore di lavoro. Questo lo accantona e quando il rapporto finisce, il datore versa il TFR direttamente al dipendente.
- Aziende con più di 50 dipendenti: il TFR maturato viene destinato al Fondo Tesoreria INPS. Ogni mese, l'azienda calcola quanto spetta a ogni dipendente.
Poi, trasferisce l'importo al fondo usando il modello F24. Alla fine del rapporto di lavoro, l'azienda paga il TFR al dipendente nell'ultima busta paga. Poi, recupera l'importo dall'INPS come credito d'imposta per compensare i contributi dovuti.
Conclusione
La scelta tra TFR in azienda o fondo pensione dipende da diversi fattori personali, tra cui orizzonte temporale, obiettivi finanziari e sicurezza economica.
Gli svantaggi di lasciare il TFR in azienda sono principalmente due:
- Rischio aziendale: se l'azienda fallisce, il TFR potrebbe andare perso. Invece, mettere il TFR in un fondo pensione evita questo rischio.
- Rendimenti bassi: secondo i dati pubblicati dalla COVIP, l’istituto che vigila sui fondi pensione, dal 2002 al 2002 la rivalutazione media annua del TFR lasciato in azienda è stata del 2.5%, mentre un fondo pensione azionario ha avuto un rendimento medio annuo del 4.2%
Se consideriamo € 100, nel primo caso (TFR in azienda) dopo vent'anni avremo € 163,86. Nel secondo caso (TFR in un fondo pensione azionario) l'importo finale sarà di € 227,69.
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